Non lasciamo morire la speranza
Lo spettacolo ricalca lo stile del GMA, fatto di brani tratti dalla musica pop italiana ed internazionale, legati ad un tema, che viene portato avanti da uno o più attori, mentre immagini significative accompagnano il ragionamento. Quest’anno il tema è legato alla speranza, cioè all’esigenza dell’uomo di oggi di pensare il proprio futuro in maniera positiva e costruttiva. La speranza è proprio quel sentimento che alimenta il comportamento umano a pensare un futuro possibile, non l’utopia o il sogno, ma qualcosa che con impegno e costanza si può costruire in merito alla propria vita, ma anche alla vita delle comunità. In un’epoca dove sembra prevalere la paura e la sfiducia nel futuro, lanciare un messaggio positivo, non è solo uno slogan, ma piuttosto un invito a riprendere in mano la propria vita e quella delle comunità in cui si vive, per costruire un futuro possibile per sé stessi e per le generazioni future senza lasciarsi prendere da messaggi talvolta catastrofici, che anche i media ci propongono.
Io vagabondo: dedicato a Rino Zandonai
Testo
Quello che le donne

La struttura del concerto tematico si basa su un tema che viene sviluppato attraverso canzoni inedite oppure cover con intermezzi dialogati e la presenza ( non sempre) di video che accompagnano il filo conduttore dello spettacolo.
In questo caso l’intento è di presentare come il mondo della canzone femminile italiano si è manifestato nel corso degli ultimi 40 anni e quali tematiche ha proposto, approfondito, sviluppato nelle canzoni che hanno reso famose queste donne.
Ed allora il canovaccio si sofferma su Mina, Mia Martini e Loredana Bertè, Gianna Nannini, Fiorella Mannoia, Elisa, Laura Pausini intercalando le loro più belle canzoni con due attori che cercano di riflettere sul loro modo di cantare, le contrappongono fra di loro, ne cercano gli aspetti comuni mentre completa la scena un susseguirsi d’immagini proiettate in un maxischermo che a volte accompagnano il testo, altre volte commentano, altre ancora fanno da semplice sottofondo visivo.
Verso la fine l’orizzonte si allarga con la presentazione comparata di quattro cantanti protagoniste della scena mondiale che hanno riscosso e stanno riscuotendo successo anche oggi sia in Italia che all’estero.
Dunque uno spettacolo fra pensiero e divertimento proposto da un gruppo ormai collaudato in questa tipologia di concerti, che quest’anno festeggia il suo ventesimo anno di attività e sta varcando la soglia dei 600 concerti in tutto il mondo.

Quando è Natale...?!!

“Perché un concerto tematico sul Natale? Forse per uno spontaneo bisogno di evocare sulla scena un po’ di bontà? O per rendere omaggio a un evento così straordinario che, ogni volta che vi si rende omaggio, si avverte in esso sempre qualcosa di più straordinario?”. Sta solo a noi vedere, sentire o evocare il nostro Natale, e quello di tutti. Un momento di pura bontà congelato nel tempo dei tempi ma sempre pronto a “sciogliersi” nell’anima laddove basta un po’ di calore. E se c’è bisogno di qualcuno li ad indicarci la strada, il pastore è la persona giusta che vive all’aria aperta, nelle cose della natura e “Commosso guarda sempre il cielo e conosce bene le stelle perché spesso ragiona con loro”.

Lo spettacolo “Quando è Natale…?!!” parte da queste considerazioni semplici come è semplice limpido senza equivoci il messaggio del Natale.
Un gruppo di giovani entra in un presepe sotto la guida di un pastore e si interroga chi mettere in questo luogo magico: grandi personaggi, gente umile, chi fa fatica, chi sembra essersi posto fuori, chi vive ai margini. E questo interrogarsi porta il gruppo a raccogliere i valori che la culla propone e li specchia nel nostro tempo cercando di intuire fra emozione e ragione spazi di speranza.
La scena è riempita dal pastore Paulicelli (l’autore di “Forza Venite Gente”), dagli otto coristi e dai sette musicisti del GMA “Gruppo Musicale Artegiovane” coordinati da Maurizio Meo con due schemi che accompagnano dialoghi, monologhi e canzoni scritte dallo stesso Paulicelli o tratte dalla musica pop che richiamano l’atmosfera del Natale. Un incontro fra passato e presente, nostalgia e speranza, bambini e adulti, vite diverse che tendono alla serenità in un concerto tematico diverso, dove musica, canto, coreografie, video, dialoghi e monologhi si fondono in un messaggio di solidarietà e pace.

Un prete a cavallo…

Padre Eusebio Chini detto Kino

Padre Eusebio Francesco Chini (1645 – 1711), geografo, astronomo, uomo di scienza ma soprattutto prete rappresenta una figura significativa nella storia del Messico e dell’Arizona, riscoperta da qualche decennio anche nella sua terra natale: il Trentino.
Partendo dalle celebrazioni messicane per i 300 anni dalla morte, lo spettacolo cerca di ripercorrere le tappe della sua vita inserendola nel contesto degli inizi del diciottesimo secolo senza pretese di recupero storico, ma con l’intento di mettere in evidenza la modernità di Kino e la lungimiranza del suo modo di operare e di proporsi alla popolazione locale.
Due giovani appena rientrati dalle celebrazioni messicane incontrano un gruppo di amici che stanno facendo prove per un musical ed iniziano a raccontare l’avventura mostrando immagini, proponendo interviste fatte ai protagonisti della commemorazione e leggendo passi dalle numerose lettere che Padre Eusebio ci ha lasciato. Gli amici del gruppo musicale trovano ampia sintonia fra quanto narrato ed il loro modo di vivere l’esperienza artistica ed iniziano cosi ad intonare canti in sintonia con le tematiche narrate dai due giovani.
Nasce cosi un intreccio complice fra dialogo, canzoni, video, luci nel narrare la storia di Padre Eusebio e delle tematiche che allora, come oggi interrogano la vita delle comunità e delle civiltà; il dialogo, il ruolo della religione nella vita di una persona, l’accoglienza, il rispetto dei diritti umani …..
Kino non appare mai in prima persona ma solo attraverso lo spirito di un ballerino quando dal palco salgono canzoni che ricordano la sua figura.
Dunque un concerto tematico, quasi un musical pedagogico adatto ad un pubblico capace di coniugare emozione e pensiero, disponibile a confrontarsi con il testo e non a subirlo, che sa farsi coinvolgere in un clima di festa (tipico del mondo messicano), che intreccia elementi di religiosità popolare con la rievocazione delle gesta di un pioniere dell’avventura, del dialogo, dello sviluppo e della pace.

Quadri d'autore

Lo spettacolo si propone di promuovere momenti artistici di riflessione e di emozione accostando un cantante, un poeta ed un pittore che presentano degli elementi in comune sul piano dell’espressione artistica ovvero a livello personale o di vissuto.
La rappresentazione è modulata in scene in ognuna delle quali la componente musicale propone tre brani di un autore di musica pop italiano o internazionale o una miscela di sue canzoni, l’attrice recita dei passi o delle poesie del poeta e su maxischermo vengono proiettate le principali opere del pittore scelto. La scena è introdotta da un fuori campo che illustra le ragioni delle scelte o sullo schermo viene proiettato un testo guida alla scena.
I temi affrontati e l’individuazione degli artisti viene concordata con l’organizzazione e tarata sulle caratteristiche del contesto e del pubblico.
Si tratta di uno spettacolo a carattere culturale che assume toni diversi a seconda degli autori scelti. La prossima estate il gruppo affronterà il tema dei diritti umani e pertanto lo spettacolo sarà piuttosto impegnativo. Si stanno comunque preparando delle scene anche più “leggere” per poter adattare la rappresentazione a pubblici diversificati.

Faber e il Signor G

Dialogo tra Fabrizio De Andrè e Giorgio Gaber

E’ una rappresentazione teatrale tributo a Fabrizio De Andrè e Giorgio Gaber, nata dalla considerazione che i due artisti, pur essendo vissuti nella stessa epoca e ciononostante non essendosi mai frequentati, hanno entrambi affrontato nelle loro canzoni questioni dalle tematiche simili relative alla loro epoca:
• più intellettuale ed ironico Gaber
• più legato alla sua terra ed alla vita quotidiana De Andrè
• entrambi presi da un pessimismo che non si rassegna, dove vorresti scappare ma ti piace stare dentro le situazioni,
• da una profonda spiritualità e dalla speranza che mai doma si mescola con la rassegnazione, perché ” Io non mi sento Italiano” però ” Si può” pensare ad un futuro migliore, dove anche “Bocca di rosa” può candidarsi ad un posto in cielo ed un nano può vestire i panni di “un giudice”.
L’idea di istituire uno spettacolo in onore di questi due Grandi della musica italiana è nata da chi con questi due artisti ha lavorato e suonato e da altri artisti che a loro si sono appassionati, portando in giro per l’Italia spettacoli tributo.
Ne esce uno spaccato del loro tempo accompagnato da video a tema o da loro interviste e talvolta da monologhi degli stessi artisti o di scrittori a loro vicini. Due ore di memoria dove accanto alla nostalgia di quei momenti, si è spinti a riflettere sul tempo che ci è dato ed a proiettarci nel futuro, nella speranza del futuro. Uno spettacolo per coloro che hanno amato ed amano questi due autori ma anche per chi ama la buona musica e desidera coniugare il gusto musicale di validi musicisti, con la riflessione su testi mai scontati, dalle mille sfaccettature e dalla grande attualità.

Nonostante tutto… io canto la speranza

L’idea
In una società complessa ed articolata, carica di violenza e di contraddizioni, ogni persona vive momenti di disorientamento, di difficoltà nel discernere e nell’individuare comportamenti coerenti con i propri valori, in grado di garantire serenità e positività verso l’esperienzaumana. Nonostante questo quadro di riferimento impegnativo, non può venir meno la speranza verso un mondo migliore, lo stimolo verso comportamenti rinnovati, la tensione a stili di vita che fanno della relazione, della sobrietà, della non violenza e della pace dei punti di riferimento imprescindibili. Lo spettacolo propone allo spettatore una riflessione ragionata sui temi di cui sopra, attraverso canzoni dalla musica pop nazionale ed internazionale, monologhi tratti dalla letteratura, coreografie, proiezioni di immagini su un maxischermo ed il coinvolgimento del pubblico.

Lo sviluppo…
Lo spettacolo si articola in quattro scene principali nelle quali si affrontano i seguenti temi:
– cercare la pace e la serenità nelle relazioni non significa chiudere gli occhi e non osservare. Anzi, la denuncia delle situazioni di ingiustizia, violenza, sopruso è condizione indispensabile per comprendere le dinamiche del nostro tempo e ripensare i propri comportamenti,
– in questo contesto, vivere è fatica, scegliere è difficile, pensare il futuro pesa. La musica e la letteratura hanno spesso affrontato questo tema che caratterizza la seconda scena,
– ma l’uomo ha anche dei sogni da realizzare, senza i quali l’esperienza umana sembra vuota e priva di prospettiva. Cantare, ballare, recitare il sogno sotto diverse angolature rappresenta la linea conduttrice della terza scena,
– l’incontro tra il sogno e la realtà segna la speranza cioè la consapevolezza che insieme con impegno, coraggio, prospettiva si può costruire un mondo migliore.

Il pubblico di riferimento…
Lo spettacolo, della durata di 90 minuti, è rivolto ad un pubblico di giovani ed adulti interessati ad un evento artistico, che coniuga pensiero e divertimento, spunti alla riflessione ed emozioni date dal contemporaneo utilizzo di modalità espressive diverse: dalla musica dal vivo, al canto individuale e corale, alla danza, all’immagine agli effetti luce. Lo spettacolo può essere effettuato in sale, teatri, chiese con una buona acustica ed all’aperto.

45 Giri: musica e vita nell'Italia che cresce

Tra pensiero e divertimento

L’arte trova la sua ragione di essere nella capacità di generare emozioni che coinvolgono tutta la persona in situazioni diverse: nel movimento del ballo quando il ritmo incalza, nella commozione quando la melodia ti coinvolge, nel sorriso quando genera ilarità, nella riflessione quando testo e musica sanno affrontare tematiche a carattere personale o sociale nel quale chi ascolta si trova coinvolto. Lo spettacolo parte da questo presupposto proponendo una carellata di brani di musica pop molto conosciuti dal pubblico che affrontano temi del nostro tempo quali la ricerca della pace in un mondo di violenza, la solitudine, l’attenzione all’altro specie a chi fa fatica. Le canzoni sono alternate da monologhi o poesie sul tema ed accompagnati da video che ulteriormente approfondiscono i testi e le armonie dei brani eseguiti.

Una montagna da vivere

Dal tentativo di dare parola e voce ad alcuni pensieri sulla montagna è nato “Una montagna da vivere”, lo spettacolo che il GMA (Gruppo Musicale L’Ancora) ha allestito in occasione dell’Anno Internazionale delle Montagne . Non solo un concerto, più di un recital, quasi un musical che è un omaggio alla nostra terra e alla sua gente . L’allestimento è stato costruito sull’idea di alcuni giovani di tradurre in un concerto tematico alcune riflessioni su quella montagna che – spiegano – “è la cornice della storia personale di ognuno di noi”. “Una montagna da vivere” canta e racconta, attraverso brani musicali, immagini, luci e coreografie quella sorta di affinità elettiva che – osservano i giovani del GMA – “ci lega alla dimensione spazio temporale della montagna, per esserci nati, per viverci e per credere nel suo e nostro futuro, insieme”. La musica trasforma la montagna in accordi e lo fa attraverso l’originale arrangiamento di alcuni dei brani più belli della musica pop internazionale. Santana, Bob Dylan, Vasco Rossi, Francesco De Gregori, Andrea Bocelli, Biagio Antonacci, i Queen, Tina Turner sono solo alcuni dei “nomi” attorno ai quali ruota lo spettacolo 2002 del GMA. “Una montagna da vivere” ha debuttato a Tione il 20 aprile scorso con una novità rispetto ai tradizionali allestimenti GMA: l’introduzione di una nuova “componente visiva” che si avvale di immagini elaborate al computer e proiettate su un maxischermo .

LE CARATTERISTICHE DELLO SPETTACOLO
Si tratta di uno spettacolo di musica pop internazionale che interpreta famosi brani musicali all’interno di un percorso tematico sulla montagna . Ad esibirsi sul palcoscenico sono nove cantanti, tutte ragazze e cinque musicisti. La musica , le canzoni , le luci , le coreografie , le immagini che vengono proiettate su un maxischermo arricchendo la scenografia di nuove suggestioni visive, e una voce narrante che interviene a commentare le diverse scene, sono gli elementi sui quali poggia l’intera esibizione.

I filmati proiettati riguardano:
• l’ambiente e la natura delle montagne trentine, in particolare del Parco Adamello Brenta;
• gli aspetti umani della vita in montagna;
• la guerra;
• l’emigrazione.

1960 - 2007: giovani e musica nell'Italia che cresce

Lo spettacolo affronta la vita del mondo giovanile nell’Italia democratica dagli anni sessanta fino ad oggi attraverso – una carellata delle più famose canzoni suddivise per decennio, – a cui si alternano dei testi proiettati con l’elenco dei principali eventi accaduti in Italia- la recita di monologhi tratti dalla letteratura italiana di questa epoca – la proiezione di immagini che mettono in evidenza l’evoluzione e lo sviluppo che il territorio nazionale ha avuto nel corso degli ultimi cinquant’anni . Lo spettacolo viene introdotto dalla canzone “Vivo per lei” che descrive la musica come una musa in grado di dare emozioni e pensiero ad ogni persona da sempre in grado di caratterizzare la vita di ogni le civiltà nel tempo e nello spazio.
Da questa introduzione si passa alla presentazione dei decenni che caratterizzano il periodo considerato:
– gli anni ’60 con la prime canzoni pop e rock la grande voglia di crescere delle comunità locali e di tuta la nazione ma anche la paura verso nuove guerre come quella del Vitnam e l’attenzione verso le tante forme di ingiustizia;
– gli anni ’70 che iniziano con le proteste giovanili in Italia sono caratterizzati da un forte sviluppo specie in alcune aree del nord mentre, nel campo musicale si diversificano i generi dal melodico italiano, alla musica da ballo a quella impegnata dei cantautori;
– gli anni ’80 con la crisi economica, l’instabilità politica, il morso del terrorismo e sul piano artistico l’avvento di grandi eventi multimediali;
– gli anni ’90 con l’inizio della ripresa, l’Europa che avanza, la crisi della forma partito e della democrazia.Il mondo della canzone italiana vive una forte involuzione anche a causa della numerosa produzione straniera ed in particolare anglosassone, per chiudere poi con gli anni più recenti caratterizzati da un diffuso stato di incertezza specie dopo l’attentato alle torri gemelle, mentre il mondo musicale si polarizza con da un lato la crescita dei personaggi più noti ( Vasco, Ligabue, Mannoia, Baglioni, ….) e dall’altra un rifiorire di artisti del passato accanto a tante meteore giovani che appaiono e scompaiono in poco tempo. I Mdia ormai la fanno da padrone con i nuovi strumenti multimediali.
Lo spettacolo si caratterizza per la sua valenza culturale ed il tentativo di leggere attraverso la musica ed il ricordo dei principali avvenimenti l’evoluzione del nostro paese ed in esso del mondo giovanile.

Un'esperienza da vivere

Ragioni di senso della cooperazione del terzo millennio

Lo spettacolo rappresenta una lettura semplice e realistica dell’esperienza cooperativa trentina all’inizio del terzo millennio e vuole mettere in evidenza i valori e le applicazioni che animano questa esperienza al contempo economica, sociale e culturale.
Il tema del concerto viene presentato attraverso monologhi tratti dalla letteratura, la presentazione dei principali valori che stanno alla base dell’esperienza cooperativa contemporanea, una riflessione sul nostro tempo ed una breve illustrazione delle principali esperienze cooperative presenti sul territorio provinciale.
Musica, recitazione, coreografie, proiezione di immagini su maxischermo ed effetti luce sono i linguaggi utilizzati per comunicare con il pubblico al quale viene chiesto di lasciarsi coinvolgere nell’esecuzione di brani musicali molto conosciuti tratti dalla musica pop e rock italiana ed internazionale (Vasco Rossi, Ligabue, Jovanotti, Pausini, Nomadi, Guccini, Springsteen, Dylan.).
L’intento è di coniugare pensiero e divertimento, emozioni e riflessioni in uno spettacolo rivolto a tutte le generazioni (soci, dipendenti, giovani, famiglie) e a tutti coloro che sono interessati a riflettere sulle ragioni che consentono al movimento cooperativo di recitare anche oggi un ruolo centrale nella vita delle comunità.