Da sempre la musica e la letteratura osservano e narrano la vita delle comunità mettendo in luce gli aspetti deboli, ma anche i sentimenti nobili, i desideri, le attese, le speranze verso un mondo migliore.
E questi messaggi che nascono dall’incontro della melodia con le parole nel corso degli ultimi decenni ha saputo essere di grande stimolo per aiutare a superare criticità sociali, non sempre avvertite, come la parità di genere, l’attenzione all’ambiente, l’anelito all’accoglienza, il desiderio di pace, l’attenzione alle fatiche ed alla solitudine dell’uomo moderno.
In particolare i cantautori di tutto il mondo occidentale si cimentano da oltre cinquant’anni in tematiche che sembrano utopiche, perché non ancora assimilate dai contesti sociali, utilizzando la vena artistica e poetica che contraddistingue questa particolare categoria di artisti.

Lo spettacolo si inserisce nel filone del teatro-canzone e desidera approfondire l’attualità dell’utopia nella sua accezione di “non ancora” utilizzando il contributo della musica d’autore italiana e di poeti e saggisti contemporanei nel dare voce a tematiche che da “utopistiche” sono diventate patrimonio di molti cittadini, mentre altre sono rimaste tali e necessitano di ulteriori sforzi per diventare vita quotidiana nelle persone e nelle comunità.
Sul palco una band (quattro musicisti e sei cantanti) che suona e canta dal vivo, un narratore che tiene le fila del discorso, un attore che recita brani tratti da pensatori contemporanei e sullo sfondo uno schermo dove girano immagini simboliche e significative, che rafforzano l’impatto scenico supportato da un adeguato impianto luci.